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18 - 20 Novembre 2025

ELEONORA CERRONI | ALICE GENERALI | VALENTINA LAMORGESE | ANTONIO MURO | MICHELE RAGNO | BEATRICE VENTO

OLTRE LE NUVOLE, IL CIELO

costumi Giulia Santoro | aiuto regia Irene Paloma Jona

scritto e diretto da GABRIELE CICIRELLO

produzione Beat Switchlab

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Aeroporto, zona d’imbarco. Sei viaggiatori, sconosciuti tra loro, sono in attesa di partire. L’annuncio della sospensione del volo tuttavia getta tra i passeggeri una rabbia che diventa presto sgomento. In un mondo frenetico che ci pretende veloci, e dove guardarsi negli occhi è sempre più raro, cosa succede se la vita ci obbliga a fermarci?

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Aeroporto, zona d’imbarco.
Sei viaggiatori, sconosciuti tra loro, sono in attesa di partire verso una destinazione comune, imprecisata. L’annuncio della sospensione del volo, getta tra i passeggeri una rabbia che diventa presto sgomento, quando tutti si accorgono che le porte del gate sono bloccate. Nessuno può lasciare quel “non luogo”, posto privo di natura e di identità.
Costretti a condividere uno spazio-tempo indefinito, i sei passeggeri entrano in relazione, scoprendo la vita l’uno dell’altro, soprattutto quando dalle valigie – come fossero incantate – iniziano ad emergere oggetti, ricordi, segreti e mondi che svelano la storia di ogni viaggiatore e la intrecciano con le storie degli altri. Insieme, i protagonisti condividono un viaggio surreale ma pieno di verità , in scenari diversi, storia dopo storia, dove ogni anima affronta i nodi irrisolti del proprio passato, presente e futuro.
In un mondo frenetico che ci pretende veloci, e dove guardarsi negli occhi è sempre più raro, cosa succede se la vita ci obbliga a fermarci?

Note di regia

Il motivo che mi ha spinto a scrivere questo progetto è quello di aver trovato esattamente un “non luogo” per eccellenza, la sala d’attesa di un aeroporto, come pretesto per poter indagare sulla vita di sei individui che si ritrovano improvvisamente rinchiusi in questo spazio senza possibilità alcuna di avere un contatto con l’esterno.

La mia necessità è sempre quella di scavare nella vite degli altri, cercando, in uno scambio reciproco con gli attori, di andare a fondo su delle storie e trasformarle in drammaturgia.
Questa operazione mi ha permesso, all’interno di uno spazio scenico vuoto e rappresentato solamente dagli attori e dalle loro valigie, di costruire una dinamica secondo la quale i personaggi in attesa di un volo, viaggiano invece all’interno dei loro ricordi, coinvolgendo tutti gli altri, in una continua trasformazione dell’ambiente, e rendendo quella stanza indefinita, un luogo dell’anima.

Il mio obiettivo è quello di riuscire tramite i semi di queste storie personali a toccare argomenti universali che possano riguardare ognuno di noi come la famiglia, la nostalgia, il bullismo, la violenza di genere, la pace, la guerra. Argomenti fondamentali ad oggi con cui fare i conti, con la volontà e il desiderio di lanciare allo spettatore dei messaggi che possano lasciare dei residui sui quali riflettere,
essenza determinante di come personalmente concepisco questa forma d’arte, che è il teatro.