3 ottobre
Ore 20.00

compagnia I poli a k.o.v.

L’azione di P

di Marco Andreoli

con Daniele Pilli, Claudia Vismara
costumi Livia Fulvio
tecnicismi Francesco Traverso

produzione e regia I poli a k.o.v

Prendete un Lui e una Lei.

Persone come tante. Anonime, potremmo dire.

Non le notereste camminando per strada. Non ora, almeno.

Forse un tempo. Quando lei ambiva a essere una reporter di fama internazionale e Lui lavorava senza sosta a una tesi sperimentale sulla scomposizione dell’unità T: il tempo.

Bizzarro come il tempo sia una concezione assolutamente arbitraria. Chiunque potrebbe dare una definizione del tutto personale di ciò che ritiene che sia. Il ticchettio delle lancette dell’orologio. Il colore sbiadito o meno dei ricordi. Il numero di battiti prima di un incontro importante. Esiste sempre un prima, ma non sempre esiste un dopo. Siamo tutti vittime inconsapevoli di quella concatenazione di eventi microscopici che definiscono chi siamo, cosa facciamo, chi amiamo. Quando moriremo. Lei ancora non lo sa. Ma Lui sì. Perché è proprio Lui che diventa artefice inconsapevole di quella disattenzione fatale, di quel non niente, di quello “scusa…”. Giusto il tempo di un attimo. Tic. Non molto di più. Un battito, forse, ma forse meno. Tac. La velocità con cui si palesa un pensiero. Un istante. Un istante, però, che può diventare lungo una vita. Un istante che può consumare mattine, colazioni, giornate al lavoro- “torna presto”-, e tg delle otto, e applausi del pubblico, e zuppe di porro, perfino lo stridore dei cucchiai nelle ciotole, l’imbarazzo di chi non ha più niente da dirsi, la perdita di qualunque pulsione. Perché tutti gli amori finiscono per rubare l’ossigeno a se stessi. Tutti gli amori… anche quelli immaginati.

Ore 21.30

compagnia EXODOS

MNEMOSINE

di Doron Cochavi, Luigi Saravo

Con Cristian Giammarini, Daniele Santoro, Doron Cochavi, Claudia Vegliante, Chiara Felici, Beatrice Olga Valeri ,

Regia Luigi Saravo

MNEMOSINE è uno spettacolo sul tema della perdita e del lutto che utilizza la Shoah come nucleo generativo.

Il lavoro è partito dall’incontro tra me, Luigi Saravo, regista italiano, e Doron Kochavi, attore e fotografo isrlaeliano.

Trovandoci a lavorare insieme su un progetto legato ai rifugiati chiamato Exodos, abbiamo cominciato a condividere idee e suggestioni sul tema della Shoah. Abbiamo indagato i ricordi della nonna di Doron, ebrea polacca, sopravvissuta ad Auschwitz tuttora viva e residente in Israele e alcune memorie infantili che mi riguardano attinenti al tema della perdita e del lutto.

Il nostro obiettivo è stato di costruire un percorso a partire dai meccanismi fisiologici della memoria mettendoli in relazione al concetto del lutto e alla sua elaborazione utilizzando come contesto narrativo la Shoah.

La storia su cui si centra la scrittura dello spettacolo riguarda una famiglia di quattro persone, padre, madre, figlio maggiore, figlia minore, nella quale il figlio maggiore scompare nel gorgo nazista.

Da qui la famiglia si trova a dover elaborare questa perdita all’interno di una dimensione di trauma che rende difficile comunicare alla sorella minore, al tempo della scomparsa ancora piccolissima, del fratello scomparso.

Nei nostri percorsi esplorativi ci è più volte capitato di imbatterci in racconti che fanno capo a un grande non detto all’interno delle famiglie ebraiche. Senza addentrarci nei complessi meccanismi sociologici e psicologici dell’elaborazione di una tragedia collettiva come la Shoah abbiamo voluto concentrarci su questi casi e su come abbiano risposto alle condizioni che si erano andate a creare.

 

3 Ottobre
09:40
Orario

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