LIMINA
Il tempo di una sigaretta
con ALESSANDRO BURZOTTA | MARCELLO GRAVINA | NOEMI APUZZO | FRANCESCA PICCOLO | FRANCESCO CASSANDRA | VINCENZO BILOTTI
Regia e drammaturgia Giacomo Buonafede
Scenografia e costumi Martina Catelli
Musiche Alberto Brega
produzione LIMINA
“In questi tempi in cui la speranza di pace si accende e si spegne nel tempo di una
sigaretta” diventa l’evocazione poetica della transitorietà dei nostri ideali.
Il Teatro dell’Assurdo è un movimento teatrale nato nel secondo dopoguerra, tra gli anni
‘40 e ‘60, come risposta alle devastazioni e ai traumi collettivi causati dalle due guerre
mondiali. Questo movimento si caratterizza per la rappresentazione dell’alienazione,
dell’angoscia e della solitudine dell’uomo contemporaneo, spesso attraverso situazioni
surreali, dialoghi frammentati e personaggi che affrontano l’incomunicabilità e l’assenza di
significato dell’esistenza.
Oggi, a distanza di decenni, il senso di spaesamento e disorientamento tipico del Teatro
dell’Assurdo risuona ancora profondamente. Le attuali tensioni geopolitiche, le guerre e
l’instabilità globale evocano sentimenti simili di incertezza e alienazione.
Se il mondo smette di avere senso, dobbiamo ancora cercarne uno o imparare a navigare
nel caos?
Questa è la domanda che perseguita un contabile dell’esercito, l’ultima persona che avrebbe mai immaginato di trovarsi al centro di una missione nel cuore di un conflitto.
Abituato a occuparsi di asettiche scartoffie e razionali conteggi, si ritrova all’improvviso investito del compito di consegnare un messaggio, una questione di vita o di morte, che lo trascina in un viaggio surreale in cui regole illogiche e situazioni imprevedibili dissolvono ogni certezza, trasformando l’ordinario in straordinario.
La vicenda si svolge in un territorio indefinito, dove il confine tra logico e illogico diventasempre più labile. L’assurdo emerge nell’apparente normalità della guerra e nella fragilità delle certezze individuali, lasciando il protagonista sospeso tra l’obbedienza e il dubbio, tra il dovere e l’assenza totale di senso.
La narrazione si dipana in scenari che si susseguono come murales di protesta, trasformando il dissenso in un manifesto d’arte. L’allestimento e i costumi non sono semplici elementi decorativi, ma autentici interpreti di una tensione palpabile, capaci di evocare lo straniante fascino della street art.
L’intera opera si fonda su costanti contrasti, anche musicali, grazie a alternanze inaspettate che esaltano l’ironia e il grottesco intrinseco alla narrazione. In un contesto in cui ciò che dovrebbe emergere come straordinario si banalizza e ciò che sembrava solido si sgretola.
Alla fine, non resta che domandarsi: come si reagisce quando la realtà supera perfino l’assurdo?
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Orario
Sabato ore 21.30 sala black