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17 - 22 Marzo 2026

MUTA IMAGO

ASHES

con MARCO CAVALCOLI | IVAN GRAZIANO | MONICA PISEDDU | ARIANNA POZZOLI
musiche originali eseguite dal vivo Lorenzo Tomio | occhio esterno Claudia Sorace
luci Maria Elena Fusacchia | fotografia Joanna Piotrowska

drammaturgia e regia RICCARDO FAZI

produzione Index

con il sostegno dine Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio Progetto Prender-si cura con il supporto di MiC – Ministero della Cultura

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Spettacolo vincitore del premio Ubu 2022 per il Miglior progetto sonoro/musiche originali e il Miglior attore protagonista (Marco Cavalcoli).

Ashes è una riflessione immersiva sul potere immaginifico del suono e della parola. Un flusso sensoriale di attimi che si sovrappongono senza soluzione di continuità: brevi frammenti di vite private che passano e non restano, ma che definiscono e conferiscono un significato preciso all’esistenza di noi esseri umani. È attraverso la voce che si avvera la presenza, si creano mondi, relazioni, visioni.

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Si può viaggiare nel tempo attraverso il suono?

Si può costruire un racconto sonoro che prenda forma soltanto nella mente degli/delle spettatori/spettatrici?

Ashes è un aleph di suoni che scorrono paralleli, un flusso di attimi che si sovrappongono, si fanno sentire per un istante prima di scomparire. Un concerto per voci e musica eseguita dal vivo, un viaggio sonoro immersivo: una riflessione sul potere immaginifico del suono e della parola, sull’importanza dell’ “ora” e sulle sue caratteristiche di impermanenza, così affascinanti e disturbanti allo stesso tempo.
Una sequenza di accadimenti si svolge senza soluzione di continuità: brevi frammenti di vite private, compleanni, feste, morti, cadute, uccisioni, animali, alberi di natale, dinosauri, microbiologia, geologia, tutto quello che passa e non resta, ma che definisce e conferisce un significato preciso alla vita di noi esseri umani. I quattro performer parlano, giocano, urlano, lottano, confessano segreti e fanno dichiarazioni d’amore. Voci che generano dinosauri e lupi, funghi e balenottere, madri, padri, figli e figlie, che solo per un attimo si trovano in quel tempo e in quello spazio, pronti a scomparire con l’evanescenza del fiato che si dissolve. È solo la voce che avvera la presenza, crea mondi, tesse relazioni, genera visioni.
In scena pochi elementi fissi: un tappeto, dei microfoni: uno spazio che non cambia mai, mentre il tempo e il suono si muovono in continuazione.