Tutto avviene al CIVICO 33, un palazzo nel quale si incrociano le vicende di diversi personaggi femminili accattivanti e variopinti. Un crocevia dell’universo femminile in cui le donne si raccontano in chiave tragicomica. Quasi tutte si lamentano della precarietà dell’amore e del lavoro. Si sentono incomprese, abbandonate e disilluse, ma non hanno perso la voglia di lottare, si ritrovano a dover convivere con se stesse, con i loro fallimenti, le loro paure e le loro speranze
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Tutto avviene al CIVICO 33, un palazzo nel quale si incrociano le vicende di diversi personaggi femminili accattivanti e variopinti. Lʼarrabbiata, lʼidealista, la crocerossina, lʼalternativa, la precaria, lʼinnamorata, la golosa e lʼarrivista fanno di CIVICO 33 un crocevia dellʼuniverso femminile in cui le donne si raccontano in chiave tragicomica.
Le protagoniste si sfogano, si liberano dalle loro repressioni attraverso il linguaggio. Il loro monologo interno viene fuori come un pensiero ad alta voce.
Tutte hanno una necessità: essere ascoltate, amate, comprese, salvate…
Attenzione! NON Eʼ LʼUOMO IL SALVATORE!
Lʼimportante per ognuna sarà il processo: riuscire a trasformare il sentimento negativo per trovare il proprio centro, lʼ equilibrio interiore che permette di andare avanti da sole, non in balia degli eventi o dellʼ altro; solo così potranno incontrare qualcuno di speciale per il cammino da intraprendere insieme.
Piccoli episodi di quotidianità da uno, mille e centomila, legati da un quesito esistenziale comune: Se è vero che la donna è arrivata da una costola dellʼuomo, perché siamo noi a doverci rompere sempre le ossa per loro? Quasi tutte si lamentano della precarietà dellʼ amore e del lavoro. Si sentono incomprese, abbandonate e disilluse, ma non hanno perso la voglia di lottare, si ritrovano a dover convivere con se stesse, con i loro fallimenti, le loro paure e le loro speranze.
Note di regia
Due donne abitano lo spazio dell’attesa. Due donne, mille donne: le attrici in scena incastrano e sovrappongono tante storie individuali in un’unica e corale voce che porta simbolicamente in sé la forza e le sofferenze di tutto l’universo femminile. Attraverso il linguaggio del corpo si raccontano, come in uno specchio, le figure si riconoscono e dialogano, complici di un sentire comune.
Lo spazio scenico è l’ambiente in cui ognuna si sente al sicuro “quella bolla di sapone perfetta che non esplode, che resta intatta”
dove chi resta fuori osserva e giudica.
Le due attrici rappresentano l’universo multiforme del Civico 33, interpretando innumerevoli figure di donne. Sono archetipi del mondo
femminile in cui tutte ci possiamo di volta in volta rispecchiare e riconoscere.
Lo spettacolo è concepito come un girotondo di storie in cui la musica non è elemento accessorio, ma protagonista insieme alle voci
delle attrici. L’evocazione dei diversi personaggi è costruita attraverso un gioco scenico che svela e mai nasconde le infinite trasformazioni delle donne-attrici, proprio a voler testimoniare che l’essenza femminile non si può rinchiudere in una sola cornice ma è possibile, anzi necessario, declinarla in infiniti colori.
In scena solo elementi tipici del mondo femminile: borse, valigie, vestiti e scarpe. Le attrici sono di volta in volta personaggi diversi o lo stesso personaggio visto da prospettive diverse e proposto nelle sue contraddizioni. L’amore, il sesso, le mode, le pressioni culturali, la famiglia, le amicizie, l’affermazione personale, la ricerca di se stesse e del proprio posto nel mondo, sono solo alcuni dei temi affrontanti dallo spettacolo dove si alternano o si confondono, come nella vita, momenti di leggerezza ed ironia ad altri più drammatici e dolorosi.
Sospese tra il desiderio di avere un’amore ed una famiglia e la voglia di essere riconosciute a pieno titolo nella professione, in conflitto perenne con la propria immagine e il proprio corpo, queste donne cercano, non senza fatica e sofferenza, un modo personale e autentico di stare al mondo, un riscatto economico e sociale e la possibilità di una vita migliore.
Non storie di vittime, ma storie di donne con la capacità di affrontare con ironia e coraggio le sfide del mondo e rompere il silenzio che spesso cala sulla condizione femminile nel mondo del lavoro o all’interno di molte relazioni sentimentali.
Alessandra Fallucchi & Emanuela Panatta




