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27 Gennaio - 1 Febbraio 2026

DANILO GIUVA | ERMELINDA NASUTO

CON LA CARABINA

di Pauline Peyrade

traduzione Paolo Bellomo | luci Vincent Longuemare | sound design Francesco Curci
costumi Angela Tomasicchio | aiuto regia Nina Martorana | organizzazione Silvia Milani

regia e spazio LICIA LANERA

produzione Compagnia Licia Lanera

coproduzione POLIS Teatro Festival

coproduzione in collaborazione con Angelo Mai Si ringrazia E Production

Premio UBU 2022 MIGLIOR REGIA a Licia Lanera
Premio UBU 2022 MIGLIOR TESTO STRANIERO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)

Una bambina di 11 anni, che un tribunale francese ha riconosciuto consenziente a uno stupro che ha subito, decide, diventata donna, di farsi giustizia da sola.
La storia è continuamente divisa tra passato e presente: il primo ambientato in un luna park, il secondo a casa della donna.
In entrambi i luoghi si consuma una violenza, ma i ruoli sono invertiti.

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Con la carabina è un testo lucido e imparziale, che fugge dall’idea di dividere categoricamente il mondo in buoni e cattivi, ma analizza i meccanismi culturali e antropologici che fanno scaturire alcuni comportamenti violenti.
Questa analisi, insieme ad una scrittura viva e affascinante, sono gli elementi che mi hanno portato prima ad abitarlo, poi a patirlo e infine a metterlo in scena.


Ne è venuto fuori uno spettacolo-incubo, un non luogo, in cui ci sono due attori/servi di scena che si fanno ora adolescenti ora adulti ed evocano attraverso la parola e pochi elementi scenici, la dinamica di una storia atroce.


Lo spettacolo è claustrofobico e violento, si muove scandito dalle luci di un set fotografico che muta continuamente per mano degli attori stessi.
Pensato per luoghi piccoli in cui la distanza del pubblico dallo spazio scenico è minima, la prospettiva dello spettatore quindi è vicina e continuamente disturbata da queste piantane luci, che lo mettono nello scomodo e allo stesso tempo pruriginoso ruolo di colui che spia il privato più privato. Davanti ad esso si intervalla il gioco all’orrore, la giovinezza alla morte; è un’orrenda stanza dei giochi, uno Squid
Game in cui chi ha pagato il biglietto può guardare da vicino uno stupro o una morte.


Non ci sono vincitori in questa ruota infernale, ma solo lo specchio di una società che ha fallito clamorosamente. Tra conigli, giocattoli e canzoni di Billie Eilish sfila una storia come tante, una storia miserabile per cui è impossibile non provare pena e profondo dolore.