Spazio Diamante

COME FANNO LE ARAGOSTE

GIULIA FIUME | FRANCESCA ANNA BELLUCCI | LARA BALBO

COME FANNO LE ARAGOSTE

produzione COMPAGNIA LESIBù

regia LESIBù

Acquista i biglietti con la PROMO LANCIO a € 12,00 fino alle ore 23:59 del 30 ottobre

Sole e Nora, amiche storiche, aspettano in autogrill la loro amica Nina che non vedono dai tempi del liceo. Destinazione è il baby shower per Monica. Così un tranquillo weekend si trasformerà in una feroce resa dei conti.

E’ possibile acquistare i biglietti
ONLINE SU TICKETONE
PRESSO IL BOTTEGHINO DI SPAZIO DIAMANTE (apertura un’ora prima dello spettacolo)
PRESSO IL BOTTEGHINO DELLA SALA UMBERTO per gli orari di apertura al pubblico consulta il sito
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GENNARO JOVINE FANTASMI

GENNARO JOVINE FANTASMI

 

di Michele Santeramo
con il contributo del Ministero della Cultura
produzione Unaltroteatro

regia ARTURO SCOGNAMIGLIO

Ciascuna drammaturgia è abitata da un personaggio che torna dal buio del palcoscenico per provocare lo spettatore in un rapporto diretto, che susciti la sensazione che l’attore abbia parlato “a me, proprio a me”. Gennaro Jovine viene da Napoli Milionaria di Eduardo de Filippo. E’ un testimone della guerra e dalla guerra vuole allontanarsi, dichiarando il suo più grande difetto: essere fesso, come dice sua figlia piccola, Rita: papà è fesso, così dice la bambina, papà è fesso. Forse bisogna essere per niente cinici, affatto cattivi, forse davvero fessi, per capire quanto è utile star lontani dalla guerra. Gennaro Jovine è il fantasma di un uomo tornato dalla guerra è il protagonista di Napoli Milionaria ma anche uno spettatore fantasma della guerra che continua a esistere e resistere nel mondo in cui viviamo ogni giorno.

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ION

IOLE FRANCO | LORENZO GARUFO | ALFREDO TORTORELLI

ION

da un’idea di Andrea Tosi
scene e luci Dino Lopardo
sostegno all’allestimento Collettivo ITACA
produzione Gommalacca Teatro 

scritto e diretto da DINO LOPARDO

Che cosa successe a Giovanni la sera prima del litigio furioso che ebbe con suo fratello Paolo?
Di cosa parlò con lui? Che rapporto c’era tra i due? Il fratello, Paolo, è stato fin da bambino molto legato al padre, al contrario di Giovanni che invece ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la madre. Una madre che i due fratelli hanno conosciuto in maniera differente: Giovanni la ricorda come madre affettuosa, mentre Paolo come la pazza del paese.
Lei che, dopo il secondo parto, cade in una forte depressione. Paolo fin da bambino ascolta il padre parlare della madre come un peso, come una palla al piede e di Giovanni come il figlio mai voluto. Giovanni vive sulla sua pelle il non essere accettato come figlio e tacciato dal padre stesso come diverso. Un padre “Padrone”, anaffettivo, chiuso nelle sue convinzioni che non accetterà mai la condizione di suo figlio neanche davanti alla morte.

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INTORNO AL VUOTO

GIANLUIGI FOGACCI | PAOLA GIORGI | FABIANA PESCE

INTORNO AL VUOTO

di Benedetta Nicoletti
scene Laura Benzi
costumi Stefania Cempini
luci Paolo Vinattieri
musiche Massimo Cordovani
assistente alla regia Michela Nicolai
realizzato con il contributo di Regione Marche – Assessorato alla Cultura
patrocinio I.N.R.C.A. Istituto Nazionale Ricovero e Cura a carattere Scientifico
Premio Impronta d’Impresa Marche “le donne lasciano il segno” Camera di Commercio delle Marche
produzione Bottegateatro Marche – Tf Teatro Teatro Menotti

regia GIAMPIERO RAPPA

“Intorno al vuoto” è innanzitutto una storia familiare: Carol, cinquantenne, titolare di una importante cattedra universitaria di psicologia, cerca di imporre le scelte lavorative alla figlia Liz, appoggiata invece dal padre Paul, anche lui noto ricercatore, dal carattere apparentemente tranquillo, razionale e inflessibile.
E’ proprio l’ostinazione ad accomunare i tre personaggi: Liz vuole fare l’attrice e lotta per il suo obiettivo che la madre non riesce e non vuole comprendere. Paul invece pensa sempre al suo lavoro e non può accettare variabili che ostacolino la sua carriera.
Carol cambia idea solo quando si ammala: guardando Liz recitare, la madre comprende finalmente il senso del lavoro di sua figlia. Le parole recitate da Liz toccano il suo cuore, le suscitano emozioni e fanno riaffiorare ricordi… già, i ricordi che ormai sono sempre più sfocati e lontani.

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FONÈS

LUCA TREZZA | FRANCESCA MUOIO

FONÈS

produzione Compagnia Formiche di Vetro Teatro

scritto e diretto da LUCA TREZZA e FRANCESCA MUOIO

Acquista i biglietti con la PROMO LANCIO a € 12,00 fino alle ore 23:59 del 30 ottobre

FONèS, dal greco “Voci”, è un progetto di spettacolo per due Attori-Autori.
La storia di alcuni personaggi semplici, miseri, quotidiani a cui accade qualcosa di Straordinario e che, con il loro atteggiamento di fronte al Mistero, assurgono al ruolo di personaggi tragici.
I monologhi e i racconti che s’intrecciano sono Voci, Fonès appunto, che provengono dal fondo, dalle crepe delle mura, dal profondo sia dei personaggi che degli autori-attori e attraversano, ripercorrono i vicoli, le strade e gli umori di un luogo indefinito, di un Sud del Mondo.
Due attori in uno spazio vuoto. Solo qualche vestito e inizia il racconto.
Sono Lui, Lei. Sono Anziani, Ragazzini, Uomini, Donne. Sono Epoche e Vissuti diversi che si mescolano. Sono la Notte, gli Animali e l’Atmosfera che li pervade.
Ognuno di loro ha una “Crepa” da raccontare. Ognuno una Speranza da gridare.
Le loro storie s’intrecciano fondendo la voce al gesto e il gesto alla musica.
Un quadro frammentato, scomposto, antico e contemporaneo.

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DREAM A LITTLE DREAM

MASSIMO BETTI | ROBERTA LIDIA DE STEFANO

DREAM A LITTLE DREAM
Sogno diversamente blues

testo e regia ROBERTA LIDIA DE STEFANO

Dream a little dream è un diario blues, un sogno in forma di concerto; quasi una seduta spiritica, che dissotterra le radici, i suoni e i “pessimi soggetti” delle antenate della protagonista, rivelando l’universo interiore delle grandi cantanti blues. Allo stesso tempo, è il racconto istintivo e sofferto di un’artista che non si sente mai all’altezza.

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ISLAND TOWN

GIULIA CHIARAMONTE | CHIARASTELLA SORRENTINO | GIUSEPPE BRUNETTI

ISLAND TOWN

di Simon Longman
scene Sara Palmieri
costumi Nunzia Russo
foto e grafica Anita Martorana
traduzione Martina Glenda
produzione Compagnia Mauri Sturno

regia MARTINA GLENDA

UN GRIDO DEI DANNATI SENZA VOCE.
LA PERICOLOSITÀ DEI SOGNI DI CHI NON HA I MEZZI PER SOGNARE
In una piccola città che sembra un’isola tra i campi, crescono Kate, Sam e Pete con i loro sogni di cui forse non importa a nessuno. In quel posto non c’è molto da fare se non andarsene. Ma c’è effettivamente qualcosa oltre la circonvallazione stradale che soffoca la città?

Island Town è la storia di Kate, Sam e Pete, tre ragazzi di provincia che non hanno molto da fare se non ubriacarsi in un parco giochi con il sidro scadente che sono riusciti a rubare a qualcuno.
Il testo, seguendo i tre personaggi dall’adolescenza all’età adulta, racconta le problematiche di crescere in un contesto senza sbocchi.
Come dice la stessa Kate: “A nessuno importa di una cittadina in mezzo ai campi, no?
O delle persone che ci vivono. Come noi. A nessuno interessano le città che se ne stanno come isole in mezzo ai campi. Non gli è mai importato. Mai gli importerà.” Ma Kate, Sam e Pete hanno le loro storie da raccontare. “Roba da bestseller” come dice Pete. Kate vive da sola con il padre malato a cui hanno tolto l’infermiere per tagli al sistema sanitario. Sam e Pete vivono entrambi in contesti familiari violenti. La mamma di Sam è andata via, il padre è alcolizzato e non è raro che la picchi. Il fratello di Pete è un soggetto aggressivo che minaccia costantemente di cacciarlo di casa.

LA RABBIA SEMBRA UN’EPIDEMIA
infetta l’intera città, corrodendone l’asfalto delle strade e i mattoni dei palazzi. Il completo abbandono da parte di qualsiasi tipo di assistenza sociale non fa altro che contribuire alle condizioni perfette per la pullulazione del virus. L’unica speranza sembra quella di scappare altrove. Ma come si può sognare di scappare quando non ti hanno mai insegnato a sognare? Sam e Pete sono bloccati. Hanno qualcuno di cui prendersi cura. Sam è una lottatrice, farebbe di tutto perché sua sorella minore non viva quello che ha vissuto lei. Pete è un romantico e allo stesso modo di Sam, vuole troppo bene a suo nipote per lasciarlo esposto all’ira del fratello. Proteggere i piccoli diventa una priorità. Kate è la ribelle del gruppo, sogna solo di scappare e scoprire tutto ciò che c’è aldilà della circonvallazione stradale.
Ma anche Kate è bloccata. È vinta dall’amore per i suoi amici, non andrebbe mai via senza di loro. La missione è convincerli. Convincere Sam che merita di più di un lavoro all’alimentari e uno squallido appartamento in paese. Convincere Pete che fuori da quel posto può davvero costruire la famiglia che tanto desidera.

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CAPELLI – M. si desta un mattino da sogni inquieti

LUISA CASASANTA | ARIANNA BATTILANA

CAPELLI
M. si desta un mattino da sogni inquieti

produzione Produzione SDI S.r.l.

regia LUISA CASASANTA

Acquista i biglietti con la PROMO LANCIO a € 12,00 fino alle ore 23:59 del 30 ottobre

M. si desta un mattino da sogni inquieti e si ritrova trasformata, nel suo letto, in una donna vittima di stupro.
È agosto, la calura estiva mangia la campagna del meridione e in un solitario paesino di provincia si consuma l’ennesima violenza di genere, all’ombra degli estatici festeggiamenti per la patrona Santa Maddalena. La vittima porta il nome della santa, ma fa presto a diventare carnefice: come nelle migliori distorsioni figlie della cultura dello stupro, il victim blaming fagocita tutto lo spazio del reale, si gonfia come un’asfissiante bolla sociale e lascia M. sola a pagare il prezzo di tutto.
Maledetta così da un doppio trauma che mai potrà permetterle di ritornare chi era, M. si immerge ed affoga nel proprio dolore, bestialmente, fino a diventare qualcun’altra – un essere nuovo, oscuro, ansioso di conoscersi.
Con le voci promiscue del paese e dei suoi genitori che si affollano dietro alla sua porta chiusa, lei affronta la muta con faticosa determinazione, fino alla consapevolezza estatica di quella sua nuova, potente sé.
Fra ambienti tecno-elettronici e sonorità folkloristiche, ispirazioni bibliche e rivisitazione del mitologico, CAPELLI prova a ribaltare la condizione di vittima riservata alle donne dalla cultura patriarcale. È un racconto polifonico a due voci, politico, arrabbiato e spaventoso, femminile e femminista, ironico e crudele. Difficile, come la vita delle donne.

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FREEVOLA

LUCIA RAFFAELLA MARIANI

FREEVOLA
Confessione sull’insostenibile bisogno di ammirazione

consulenza alla regia e alla drammaturgia Lorenzo Maragoni
consulente al movimento scenico Erica Nava
produzione Trento Spettacoli con il sostegno di Potenziali Evocati Multimediali

testo e regia LUCIA RAFFAELLA MARIANI

Essere donna è come essere due dentro un corpo. Quella che esiste e quella che si guarda esistere, la sorvegliante e la sorvegliata, il soggetto e l’oggetto di me stessa, non solo degli altri, di me stessa.
La voce della sorvegliante sussurra: “Devi piacere a tutti, soprattutto ai maschi etero e coi soldi. Devi essere ammirata, piacevole, piacente. Devi piacere! Stai attenta che ti sorveglio, perché se piacerai agli altri sarai felice. Sii bella, sii simpatica, sii brillante, occupa poco spazio, sorridi, profumati, dalla, o almeno falla annusare, conquista, non ti stancare, conquista! Vedrai che ti ameranno!”. E la sorvegliata non sa se è d’accordo. Sente, come tutti, che vuole essere felice, e amata.
Come si gestisce questo conflitto tra lo sguardo del mondo sul proprio corpo e le bambine che siamo dentro? Tra noi stesse che ci sorvegliamo e le bambine che siamo dentro? È attraverso l’ammirazione che si ottiene l’amore?
Il corpo agisce poi nel mondo il risultato di un conflitto interno costante, e normalizzato dunque: invisibile. È per questo che sembro, e sembriamo – noi ragazze di vent’anni e non solo – Frivole. Questo spettacolo è un urlo generazione per chi vuole essere Freevola.

“FREEVOLA” estremizza questo insostenibile bisogno di ammirazione. La signorina Mariani entra sul palco per partecipare a un concorso, sorride a pieni denti, disperata e dice: “Se ho capito bene il concorso funziona così. Ho un’ora di tempo per farmi amare da voi, per quello che sono”.
Parte il timer. Si dà il via ad un gioco aperto con il pubblico, che è chiamato ad essere responsabile dei propri giudizi sulla signorina: può usare un pollice in giù nel caso in cui la signorina non sia di suo gradimento, un pollice in su nel caso lo sia, può lanciare sul palco una rosa trovata sotto la sua sedia se sente un moto d’amore.
Dall’altra parte, sul palco, la signorina Mariani, nel tentativo di essere irresistibile e di ricevere tutte le rose che la giuria possiede, si fa sopraffare dalle sue insicurezze e fragilità, e non può fare altro che dare il via ad una confessione tragicomica, frammentata, poetica sul dovere di piacere.

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TEST il musical

ALESSIO ANTELMI | ELEONORA BUCCARINI | ILARIO CASTAGNOLA | MARTINA LUISE | ALICE LUTEROTTI | DARIO NAPOLITANO | VALENTINA PINI | MATTEO VOLPOTTI

TEST il musical

soggetto e liriche Simona Nolli
da un testo di Alessandro Carminati
musiche Fabio Gobbi
coreografie Roberta Rizzini
produzione Areazione

regia e adattamento GIULIO BENVENUTI

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Venerdì sera. Eddi ha invitato a casa sua il gruppo di amici storico, perché il ragazzo di cui si è innamorato gli ha regalato un nuovo gioco da tavolo: Test, e quale migliore occasione di una rimpatriata tra compagni di liceo per provarlo?
Il gioco è semplice: a ogni lancio del dado il concorrente in gara dovrà sottoporre il resto dei partecipanti ad un test: raccontando o inventando il tema che il gioco suggerirà e sfidandoli a indovinare se quello che hanno appena ascoltato è vero o falso.

 

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